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Materiali venerdì, 14 febbraio 2020

Teli per pacciamatura biodegradabili idonei all’agricoltura biologica

Utilizzata per la produzione di teli per pacciamatura biodegradabili in suolo in conformità con lo standard europeo UNI EN17033, la bioplastica Mater-Bi di Novamont ha ottenuto la certificazione di conformità al disciplinare “Mezzi Tecnici Aiab” che punta a garantire ad agricoltori e utilizzatori professionali prodotti che, oltre a rispettare la normativa vigente sui mezzi tecnici ammissibili in agricoltura biologica, siano compatibili con l’ambiente e rispondano a requisiti tecnici ed etici di sostenibilità.

 

Novamont, Aiab (Associazione Italiana Agricoltura Biologica) e Bioagricert (organismo di controllo e certificazione delle produzioni biologiche) hanno messo a punto uno standard specifico che prevede che i teli per pacciamatura per l’agricoltura biologica contengano il massimo contenuto di materia prima rinnovabile, che siano derivati da fonti naturali rinnovabili non geneticamente modificate (il materiale e il telo non devono contenere tracce di DNA ricombinante e le materie prime devono possedere opportune attestazioni di non essere state geneticamente modificate) e che garantiscano la totale biodegradabilità in suolo, in conformità con lo standard europeo di riferimento UNI EN17033, che implica la verifica degli aspetti rilevanti d’uso e di fine vita e l’assenza di effetti tossici per l’ambiente.

 

La biodegradabilità nel suolo dei teli in Mater-Bi consente di non recuperarli e smaltirli al termine del ciclo colturale, ma di lasciarli nel terreno, dove vengono biodegradati dai microrganismi, contribuendo così alla riduzione della produzione di rifiuto plastico e a preservare il suolo dall’inquinamento da plastica. In Europa vengono utilizzate annualmente circa 85 mila tonnellate di teli plastici per pacciamatura per una superficie totale di 460 mila ettari. I teli per pacciamatura in plastica tradizionale devono essere rimossi dal campo al termine del ciclo di coltivazione, spesso contaminati da residui colturali che possono incrementarne il peso del 65% rispetto ai teli nuovi. Rimuovendo i teli vengono rimossi anche terreno e, secondo le stime, fino a 1800 tonnellate all’anno di sostanza organica contenuta nel suolo.

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